Zonizzazione acustica normativa: le principali leggi che la riguardano

Tabella dei Contenuti

La zonizzazione acustica è uno strumento estremamente valido per contrastare l’inquinamento acustico che purtroppo è un grave problema del nostro tempo. Ecco quali sono le normative che, in ordine cronologico, l’hanno regolamentata.

L’inquinamento acustico è purtroppo un problema molto diffuso, soprattutto nelle città in cui il rumore delle auto e dei trasporti si va a sommare a quello delle attività dei privati, a quello dei negozi, delle aziende e dei locali creando un vero e proprio disagio fisico e psichico per chi vive in queste realtà.

Ecco perché questo problema è in ogni modo osteggiato da una serie di provvedimenti regolamentati da precise leggi che sono diventate sempre più specifiche nel corso del tempo. Queste leggi fanno in modo di permettere la divisione del territorio in zone acustiche ben definite, le quali stabiliscono i limiti delle emissioni sonore in quell’area.

L’impatto acustico viene misurato da personale esperto e professionale, come ad esempio quello messo a disposizione da noi di Diapason Ingegneria, che operiamo una perizia fonometrica a costo conveniente e proporzionale alle prestazioni effettuate.

Nel breve articolo dal puro scopo divulgativo che trovi di seguito ci occuperemo proprio del contenuto delle leggi che regolano la zonizzazione acustica, per dare un’idea di cosa si tratti a chi non si intende di questo argomento e vuole saperne di più. Cominciamo allora subito.

La normativa di riferimento

Attualmente, a livello europeo, la normativa a cui si fa riferimento è la direttiva 2002/49/CE, che riguarda la determinazione e la gestione del rumore ambientale. Nel nostro ordinamento questa direttiva è stata recepita con il decreto legislativo n° 194/2005.

Tale decreto a livello nazionale va a coordinarsi e ad integrarsi con la legge n° 447/1995, detta anche “legge quadro”. Questa è stata però nel tempo preceduta dal D.P.C.M del 1° marzo 1991, dove venivano fissarti i limiti massimi di esposizione al rumore sia negli ambienti abitativi che nell’ambiente esterno.

Questa prima legge però passò in realtà quasi inosservata e la sua reale applicazione non è mai avvenuta appieno. Ecco perché si senti il bisogno di promulgare quella del 1995 e poi le successive. Alla legge quadro fa seguito nel 1997, in particola il 14 novembre di quell’anno, un nuovo D.P.C.M. che determinava i valori limite delle sorgenti sonore.

Per garantire una maggiore tutela dei cittadini, in aggiunta a queste leggi può essere applicato l’articolo 659 c.p. che riguarda il disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone. Le emissioni delle sorgenti sonore vengono, come già accennato, stabilite da una perizia fonometrica.

La zonizzazione acustica

Il primo punto importante individuato dal D.P.C.M del 1991 è stato lo strumento stesso della valutazione dell’impatto acustico, considerato sia per le concessioni edilizie dei nuovi impianti industriali sia per le concessioni all’esercizio delle attività produttive.

Con questa norma si andava così ad imporre ai Comuni di adottare una classificazione in zone in base alla destinazione d’uso delle stesse e ai relativi limiti di rumore che vi sono tollerati. Le zone che non sono esclusivamente industriali vedono accanto ai limiti massimi anche i limiti differenziali, che distinguono le emissioni sonore a seconda del momento della giornata. Viene quindi riconosciuto un periodo diurno e uno notturno ma non solo. Viene infatti fatta anche una distinzione tra rumore ambientale e rumore residuo.

La valutazione del clima acustico deve essere effettuata anche all’interno degli ambienti abitativi, in modo tale da poter verificare quanto disturbo viene creato da una data fonte di rumore, che deve essere isolata rispetto ai rumori costanti di quella stessa zona.

Una corretta pianificazione acustica non deve però pensare soltanto al presente e alla quantità di rumore immessa al momento in una determinata area. Infatti deve tenere conto anche e soprattutto del futuro e spingere i comuni e le regioni ad agire di conseguenza.

I vari strumenti di classificazione acustica, pianificazione territoriale, gli interventi sul traffico e sui trasporti e le tecniche di insonorizzazione di abitazioni e delle attività lavorative devono essere tutti volti al controllo dell’inquinamento acustico futuro, in modo tale che la qualità della vita delle persone e il benessere psichico e fisico delle stesse venga sempre più protetto e preservato. Ecco perché la nostra Diapason Ingegneria si impegna proprio in questo ambito e offre le sue perizie e le sue stime a chiunque ne abbia bisogno con professionalità e serietà.

Condividi